Storia della Musica: breve storia dalle origini preistoriche ad oggi.

da | Mag 14, 2022 | Storia della Musica | 0 commenti

Per capire le origini della Storia della Musica dobbiamo fare un salto nel passato fino all’antica Grecia in cui etimologicamente la parola in questione significava “l’Arte delle Muse”. Rappresenta cioè il prodotto dell’arte di ideare e produrre mediante l’utilizzo di strumenti appositi o della voce, una successione organizzata di suoni che risultano piacevoli all’orecchio. Dal punto di vista tecnico, invece, Musica significa organizzazione dei suoni, dei rumori e dei silenzi nel corso del tempo e dello spazio.

Musica e scienza sono strettamente correlate, più di quanto possiamo immaginare. La Musica infatti è scienza dal punto di vista tecnico per quanto riguarda la struttura della teoria musicale. Arte per tutti gli aspetti che riguardano l’unicità e l’emozionalità dell’individuo che la esegue e dell’ascoltatore. In parole povere, quanti di noi possono affermare di non essersi mai emozionati ascoltando una determinata canzone o melodia? Credo nessuno. Ecco, questa è al di là di ogni definizione tecnica, la Musica. Emozione unica, Vibrazione, Magia.

La Musica è ovunque: nell’aritmetica, nella metafisica, nella natura. Siamo circondati di Musica anche quando non ne siamo pienamente consapevoli. Prova a pensare ai primi momenti della tua infanzia. Di sicuro non hai memoria di fatti o avvenimenti successi quando eri troppo piccolo per ricordare. Scommetto però che se chiudi gli occhi ti entra nella testa un fischio, una melodia, un qualcosa che fa da filo conduttore fra il presente e i primi momenti della tua vita.


Storia della Musica

La Storia della musica è una branca della musicologia e della storia che studia lo sviluppo cronologico delle idee e delle tradizioni musicali appartenenti a popoli differenti. In particolare, si occupa di parlare della musica d’arte di stampo occidentale. Ed è per questo che è materia diffusa sia nelle scuole che nelle università di tutto il mondo.

Studiare la storia della musica è importante tanto quanto lo studio di uno strumento. Infatti, la sua conoscenza permette di saper collocare uno stile musicale nel tempo e dunque riconoscerlo. Tutto ciò che si ascolta, infatti, è frutto di un’evoluzione e del contesto in cui si è sviluppato.

Suoni, melodie, groove, generi musicali attuali, sono per definizione conseguenza del passato. Si deduce pertanto che, conoscere il più possibile il contesto storico culturale e l’estetica in cui si è sviluppata una musica, è fondamentale per comprendere la musica stessa.

Quando Bartolomeo Cristofori nei primi anni del 1700 ideò il primo pianoforte, in grado di intervenire sulla dinamica del suono, probabilmente non pensava a quanto questo avrebbe completamente rivoluzionato l’approccio all’intero linguaggio musicale occidentale. Tutto è conseguenza di qualcos’altro.

Pensa alla tragedia del secondo conflitto mondiale. Così, di primo acchito, con la storia della musica sembrerebbe avere poco a che fare. Invece, l’arrivo degli Americani sul suolo europeo, è una delle principali cause della rivoluzione musicale degli anni 50 e 60.

In Italia, questo, modificò la struttura e l’approccio classico del bel canto di derivazione operistica (Verdi, Rossini, Puccini, Donizetti). Tale musica venne infatti contaminata di swing, jazz, e rock’n’roll trasformandola nella cosiddetta musica leggera meglio definita come moderna.

Solo la conoscenza della storia, può aiutare a capire il senso e l’estetica di ciò che ascoltiamo.


1 – Storia della Musica preistorica

La Musica, infatti, ha origini antichissime e per saperne di più devi fare un salto nel passato fino al lontano Paleolitico. Ma da dove e soprattutto quando nasce la Musica? Fonti ne attestano l’esistenza a partire almeno da 55.000 anni fa con l’inizio del Paleolitico Superiore. Alcuni studiosi ipotizzano la sua nascita in Africa, quando le prime comunità umane conosciute iniziarono a disperdersi sul globo.

La definizione delle prime forme musicali sono strettamente connesse alla definizione che si vuole dare alla parola Musica. La prima produzione volontaria di suoni da parte dell’uomo, anche se mediante l’utilizzo di strumenti rudimentali, risale al Paleolitico. Se invece pensi ad un sistema più organizzato e teorico, allora devi attendere l’Antica Grecia.

La storia degli strumenti musicali racconta che i primi ritrovamenti sia in osso che in pietra, interpretati come strumenti a tutti gli effetti, sono ad esempio gli zufoli magdaleniani di Roc de Mercamps o i litofoni neolitici scoperti nelle vicinanze di Dalat (Vietnam).

Non vi sono testimonianze dirette o documentate circa le modalità di espressione musicale della civiltà preistorica. Per questo motivo si possono formulare alcune ipotesi sulla forma assunta dalla musica primitiva osservando i comportamenti di alcuni popoli il cui sviluppo è simile a quello delle attuali civiltà preistoriche, come ad esempio gli indios brasiliani, gli aborigeni australiani o alcune popolazioni africane.


Nascita del Ritmo

Dallo studio di alcuni reperti relativi alla Storia della Musica, si può presumere che le primissime forme di musica siano nate dal ritmo. Per esempio per imitare battendo le mani o i piedi il cuore che batte, il ritmo cadenzato dei piedi in corsa o del galoppo. A volte anche alterando per gioco o per noia le fonazioni spontanee durante un lavoro faticoso e monotono nei campi. Per questa ragione è molto probabile che i primi strumenti musicali siano stati strumenti a percussione e presumibilmente qualche variante del tamburo.

Infatti, fra gli strumenti più antichi ritrovati c’è il tamburo a fessura. Si tratta di un cilindro cavo provvisto di fessura longitudinale lungo la superficie esterna. Veniva suonato percuotendo con le bacchette sulla fessura stessa. Le versioni più antiche e primitive ritrovate consistono in un tronco cavo privo di fessura. Appoggiandolo trasversalmente sopra una buca nel terreno, veniva suonato percuotendolo con i piedi.


2 – Storia della Musica Antica

La musica dell’antichità, storicamente parlando, sostituì la musica preistorica nelle differenti civiltà della storia antica. Si riferisce ai vari sistemi musicali che furono sviluppati in varie regioni geografiche come Mesopotamia, Egitto, Persia, India e Cina. Si trova anche in vasti bacini di influenza del Mediterraneo, come quello greco e romano.

La musica dell’antichità porterà allo sviluppo degli elementi fondamentali quali note e scale.

La suddivisione standard della musica si basa su epoche storiche, culturali ed artistiche. Vediamole di seguito.


Musica Egiziana

Si narra che il dio Thot, fu il primo a donare la Musica agli uomini. Dagli antichi Egizi era considerato dio della luna e della sapienza, della matematica e della geometria. Questo è quello che si è potuto evincere attraverso i reperti della civiltà Egizia. La Musica nell’antico Egitto infatti aveva un ruolo molto importante. Era rappresentata da una divinità nota con il nome di HATOR, dea della gioia, della musica e della danza.

Diversamente dalle civiltà che li hanno preceduti, gli Egizi hanno svolto un ruolo cruciale nella nascita degli strumenti musicali. Infatti i membri di questa civiltà utilizzavano strumenti musicali veri e propri a fiato o a percussione. Fra questi troviamo i crotali, un tipo di battacio o nacchere usato principalmente nelle danze religiose. Il sistro, altro strumento caratteristico legato ad Hator, la tromba, i tamburi, il liuto ed il flauto, sacro ad Amon.

Come ti sarà sicuramente capitato di vedere in rappresentazioni grafiche o film, anche l’arpa era uno strumento molto utilizzato dagli Egizi. Quest’ultima è caratterizzata spesso di un’ampia cassa armonica in grado di far risonare al meglio il dolce suono delle sue corde. Gli strumenti a corde non sono di certo però fra i primi a venire utilizzati. Infatti, i primi strumenti sono quelli a percussione (bacchette e battacchi). A questi seguirono gli strumenti a fiato (flauto) e a corda (lira e cetra). Esistono varie testimonianze greche, egizie e mesopotamiche anteriori all’XI secolo a.C in merito agli strumenti più utilizzati.

L’aspetto veramente interessante relativo alla conoscenza musicale di questa civiltà è legato alla parte teorica della musica. Gli Egizi infatti conoscevano gli intervalli fra i suoni (quinte, quarte, ottave) e le usavano come basi per alcuni sistemi di scale. L’etnomusicologo Sach, partendo da uno studio sull’accordatura delle arpe, scoprì che gli egizi utilizzavano sia una scala pentatonica discendente che una scala eptafonica.


Musica Orientale

Quando si parla di Storia della Musica, non si può non pensare alla Mesopotamia. La terra bagnata dai fiumi Tigri ed Eufrate e che ha dato origine all’Oriente come oggi tutti lo conosciamo. Sumeri, Accadi, Assiri e Ittiti. Sono questi i popoli che la hanno abitata, e che avevano diverse tradizioni artistiche. Fra tutte la Musica era sicuramente la più importante.

Arpe lire, liuti, flauti e tamburi erano gli strumenti più utilizzati. Le loro caratteristiche erano molto somiglianti a quelli delle culture limitrofe come ad esempio la cultura Africana. Gli strumenti venivamo principalmente utilizzati per accompagnare i rituali sacri soprattutto nella civiltà sumera. Queste informazioni sono oggi note grazie ai ritrovamenti portati alla luce dagli scavi nel cimitero reale di Ur, città sumerica, e grazie anche all’iconografia musicale che decora tutta l’architettura della prima Mesopotamia.

Ad Ugarit, invece, antica città del vicino Oriente, attuale Ras Shamra in Siria, sono stati ritrovati fra alcuni testi antichi, i più antichi esempi di musica degli Hurriti risalenti al 1400 a.C circa.


Musica Greca

Sicuramente avrai studiato almeno una volta nella tua vita qualche mito greco. O perlomeno ne hai sentito parlare. Beh, in effetti sono tantissimi quelli raccontati e tramandati, da cui si può evincere la straordinaria importanza della musica per questo popolo. La Musica, infatti, era considerata un’arte a tutto tondo che comprendeva anche poesia, danza, medicina e pratiche magiche.

Non tutti potevano praticare la Musica. Gli Aedi e i Rapsodi erano l’elite privilegiata che poteva suonare. Infatti, erano coloro che cantavano i miti accompagnandosi con uno strumento al fine di tramandare oralmente la musica. Pertanto, nella Storia della Musica, non si dispone di molti reperti di grafia musicale, esclusivo patrimonio dei professionisti.

Qualcosa cambiò durante il periodo classico, parliamo del periodo che va dal VI al IV secolo a.C. In quest’epoca, infatti, la musica venne introdotta nel sistema educativo facilitandone la divulgazione. Sempre nel periodo classico si sviluppò la tragedia che fu una delle prime forme di rappresentazione teatrale.

Generalmente si cantavano le gesta di miti letterari interpretati da attori quasi sempre di sesso maschile. Questi indossavano una maschera e recitavano dialoghi a due o più persone accompagnati da un coro. Gli attori si esibivano sul palco di fronte al pubblico seduto su una gradinata a semicerchio, una sorta di arena per intenderci.

Quali strumenti venivano maggiormente utilizzati dai greci? Ebbene, fra i più noti ci sono la lira o cetra e l’aulos. Le corde della lira venivano pizzicate tramite un plettro. L’aulos, invece, era uno strumento a fiato sacro al dio Dionisio. I Greci, non usavano solo strumenti a corde o a fiato, bensì anche strumenti a percussione come cimbali meglio noti come piatti e i tamburi.


Musica Matematica e Filosofia

Finora abbiamo associato la Musica all’ Aritmetica, Metafisica e Natura ma cosa ne pensi della filosofia? Lo sai che esiste una vera e propria branca della filosofia che ha come oggetto lo studio della musica? Se ti ho incuriosito allora sei nel posto giusto.

La filosofia della Musica ha come oggetto di studio la musica intesa sia come scienza che come arte. Un’arte astratta e non visiva che però ha un suo profondo significato in grado anche di influenzare lo spirito ed il comportamento di chi la ascolta. Può essere considerata anche un aspetto dell’estetica, ovvero quel settore della filosofia che si occupa della conoscenza, del bello naturale o artistico. La musica in quanto arte, pone all’estetica con connessioni etiche e sociali, alcuni problemi particolari, fra cui:

  • Quale è la definizione di Musica?
  • Come si può produrre significato in Musica?
  • Di che natura è il bello musicale?
  • Qual è il rapporto fra testo e musica?
  • Come è possibile distinguere fra forma e contenuto nell’espressione Musicale?
  • In che modo la società viene rispecchiata nell’arte musicale?
  • Quale componente della musica è intrinseca e quale è culturale?
  • In che senso la musica è mezzo formativo della spiritualità e del comportamento umano?

Sicuramente non posso rispondere a tutte queste domande qui di seguito, anche perchè ognuna di esse merita indubbiamente un articolo dedicato che consenta di scandagliare nel profondo il vero significato di questa meravigliosa disciplina. Questo però dimostra le molteplici sfaccettature della Storia della Musica e di quanto questo argomento sia vasto da esplorare e ricco di contenuti.


Musica e Matematica

Ti sei mai chiesto quale sia il rapporto fra la Musica e la Matematica? In questo articolo sulla Storia della musica potrai scoprirlo. Edouard Herriot dice:”La Musica è una matematica sonora. La Matematica una Musica silenziosa”. Proviamo a riflettere … non ha forse tutti i torti.

I Greci furono i primi ad accostare la Musica alla Matematica e per questo devi ringraziare il genio di Pitagora. Hai ancora reminescenze scolastiche delle famose tavole Pitagoriche, o filosofiche del pensiero e della scuola pitagorica? Benissimo! Pitagora pensò anche di associare la Musica al movimento dei pianeti e comprese così che anch’essa era governata da precise leggi matematiche.

Così, prese la sua intuizione e la dimostrò utilizzando il monocordo. Scoprì dunque che se una corda produceva un suono di una certa altezza, per ottenere un suono di un’ottava superiore bisognava far vibrare solo metà della corda. Per ottenere la quinta, invece, bastava far vibrare i due terzi della corda e via di seguito. Spettacolare vero?


Il Sistema Musicale Greco: su Quale Tipo di Notazione era Basato

Il sistema musicale Greco era basato sul tetracordo. Se conosci un pochino questa lingua capirai subito che tetra significa “QUATTRO” e cordo significa “CORDA”. Quindi, tetracordo indica un sistema fondato su quattro corde.

Perché proprio quattro corde? I greci utilizzavano la lira, come ho scritto sopra, uno strumento suonato con il plettro come la nostra chitarra e, fra la corda più alta e quella più bassa esisteva un intervallo di quarta giusta. Le due corde intermedie, erano mobili, ovvero intonate in modo differente. Questo consentiva l’esecuzione di melodie sempre diverse fra loro.

Seguendo le tracce della Storia della Musica, scopriamo che nella musica Greca esistevano tre tipi di tetracordo. La classificazione si basava sulla differente larghezza dei tre intervalli esistenti far le corde:

Diatonico: Un tetracordo diatonico è esattamente la metà di un tetracordo intero. In parole semplici è un intervallo formato da due intervalli di tono e un semitono.

Cromatico: Un tetracordo cromatico ha un intervallo che è più grande di metà dell’intero tetracordo. Gli altri due intervalli sono di un semitono ciascuno.

Enarmonico: Un tetracordo enarmonico ha un intervallo che è più grande di 4/5 di tetracordo. In poche parole corrisponde ad un intervallo di terza maggiore. Mentre gli altri due intervalli sono dei quarti di tono.

Questi dunque sono le serie di intervalli che si possono avere nella successione delle quattro corde formanti il tetracordo. Quindi, il tetracordo rappresenta nella musica Greca ciò che nella musica Moderna viene chiamata ottava.

Le scale costruite su tetracordi cromatici ed enarmonici sono tutt’ora utilizzate nelle musiche orientali ed in India. In Europa, invece, rimangono soltanto in alcuni tipi di musica popolare. La scala costruita su due tetracordi diatonici è quella utilizzata in tutto il mondo Occidentale.


Funzione Educativa della Musica dalla Preistoria ad Oggi

I Greci furono una delle prime civiltà ad attribuire alla musica un significato educativo. La consideravano infatti un’arte capace di arricchire l’animo delle persone. Platone, famoso filosofo greco, dedicò un largo spazio alla Musica nei suoi dialoghi considerandola fondamentale nella spiegazione delle leggi sull’armonia dell’universo proprio come disse anche Pitagora.

Nella “Repubblica” e nelle “Leggi”, Platone afferma l’importanza della musica come modello di organizzazione nel processo educativo del cittadino. Non solo, ma nelle sue opere esalta l’importanza di inserire la musica nell’educazione dei giovani. Essa aveva infatti il potere di arricchire l’animo umano così come la ginnastica rinforzava il fisico.

La Musica doveva essere una presenza obbligatoria nella vita di ogni cittadino, e fu così che divenne materia di studio.

Nel “Simposio”, Platone iniziò ad accostare la pratica della musica intesa come ritmo ed armonia all’ethos inteso come funzione educativa. La parola ethos significa “inizio”, “apparire”, ma anche “carattere” e “temperamento”. E’ semplice intuire dunque come con questo termine i Greci facessero riferimento al comportamento/ carattere culturale di una determinata popolazione.

Ma cosa hanno a che fare le leggi, lo Stato e l’ethos con la musica? Secondo la dottrina dell’ethos ogni modo, ed intendo modo musicale, è in grado di influire positivamente o negativamente sull’animo delle persone. Quando ti parlo di modi mi riferisco, nella musica greca e anche in quella contemporanea, a una serie di 8 scale discendenti alle quali veniva attribuita una denominazione specifica. Pensando alla scala diatonica, esistono 7 modi, ognuno costruito su ciascun grado della scala. Approfondirò la questione in un articolo a parte.

La premessa però era doverosa solo per dire che, secondo Platone i modi di specie dorica o frigia incidono positivamente sull’animo delle persone, mentre quelli di specie lidia possono turbare l’equilibrio razionale.

Aristotele approfondì ulteriormente il pensiero di Platone e ritenne, diversamente da quest’ultimo, che tutti i modi vadano a beneficio dello spirito. Anzi, riconobbe alla Musica quattro funzioni: non solo educativa, ma anche di divertimento, di nobile ricreazione intellettuale e una funzione terapeutica, in quanto capace di purificare l’anima dalle emozioni pericolose ed eccessive.


Storia della Musica Romana

Come ci insegnano i documenti della Storia della musica, nella civiltà romana la Musica rappresentò un fenomeno importante dai tempi antichi fino alla caduta del Sacro Romano impero. Si utilizzava per i funerali così come nei sacrifici per allontanare gli influssi negativi. La canzone era una parte importante di molte funzioni sociali. Veniva definita Carmen ed era cantata a seconda delle occasioni anche da cori di bambini.

La Musica Romana risente sotto diversi aspetti dell’influenza dei greci attraverso la “contaminatio”. Musica e teatro, infatti, subirono un’enorme trasformazione dando vita ad un teatro tragico e comico allo stesso tempo, recitato in lingua latina ma modellato sullo stile greco.

Nella prima parte dell’età repubblicana si sviluppano a Roma le prime forme di canto monodico e corale, di cui però non ci sono molti reperti. Ciò che si conosce è che venivano comunemente chiamati Palliate, da Pallio l’abito indossato dai Romani. Le composizioni riguardavano principalmente carmi sacrali, carmi conviviali di argomento epico-storico e carmi in onore di generali vittoriosi definiti anche carmina triumphalia. Tutti questi canti erano sempre accompagnati da uno strumento molto utilizzato nella civiltà romana, definito tibia.

Oltre alla tibia i Romani utilizzavano anche altri strumenti fatti di metallo. Questi erano la buccina di forma circolare, il lituus una sorta di bastone ricurvo in cima e la tuba di bronzo a canna diritta. La diffusione di questi strumenti deriva dall’influsso della musica etrusca abbinata ad alcuni spettacoli indigeni come l’atellana e il fescennino.

Una volta che Roma conquistò la Grecia, portò in Italia un gran numero di musicisti, intellettuali, artisti e filosofi. L’intero sistema musicale Romano fu pertanto condizionato da quello greco. Roma utilizzò principalmente il sistema musicale, gli usi, le forme e la teoria ma diede un aspetto molto più vivace all’esecuzione dei brani. I Romani, infatti, consideravano lo spettacolo musicale un momento di divertimento e convivialità più che un momento educativo.

Si eseguivano brani con grandi complessi in cui doveva essere massiccia la presenza degli strumenti a fiato: tuba, buccina, lituus, tibia. Non solo, si utilizzava anche l’organo idraulico e diversi strumenti a percussione. Gli spettacoli venivano eseguiti principalmente in teatri ed arene e prendevano il nome di pantomimus: una sorta di balletto narrativo che combinava danza espressiva, musica strumentale e libretto cantato.


Musica Cinese

Seguendo le orme della storia della musica, puoi esplorare le origini del suono in tutte le più antiche civiltà. Ora vedrai come veniva considerata ed interpretata la musica nell’Antica Cina.

In questo popolo la Musica era già abbastanza evoluta sia nella dinastia Zhou che nelle minoranze etniche presenti nel territorio cinese.

Il succedersi delle dinastie ha comunque portato una continua evoluzione nel repertorio musicale cinese creando un ricchissimo repertorio che oggi appartiene al panorama culturale cinese.

Gli strumenti utilizzati erano suddivisi in otto gruppi classificati in base al materiale di costruzione: l’argilla, la pietra, il legno, il bambù, la seta, il metallo, la zucca e la pelle.

3 – Musica Medioevale

La musica medievale è caratterizzata da due diversi filoni: uno sacro e uno laico. Quello sacro è meglio conosciuto come canto gregoriano, mentre quello laico è caratterizzato dai trovatori e dai trovieri. Con il termine canto gregoriano intendiamo tutto il complesso della musica nata durante il medioevo in seno alla chiesa. Questo periodo si estende dalle origini del cristianesimo fino alla nascita della polifonia. Il termine gregoriano viene codificato da San Gregorio Magno fondatore anche della scuola Cantorum. Questo tipo di musica vocale monodica, si diffuse molto velocemente nei paesi europei, specialmente in Inghilterra, Francia, e Svizzera. Proprio in questo paese sia predicatori che sovrani come ad esempio Carlo Magno, accolsero il canto gregoriano per mostrare la loro appartenenza alla religione cristiana.

A fianco della musica di chiesa, ed in antitesi ad essa, nacque anche un genere musicale popolare. Si sviluppò in particolare nell’alto medioevo e purtroppo non se ne conservano testimonianze se non indirette. Era infatti abitudine improvvisare canti che accompagnavano generalmente le attività quotidiane, il lavoro, una battaglia, un momento importante. Essendo musica improvvisata, e non destinata a durare nel tempo se ne hanno testimonianze solo attraverso i testi di condanna da parte del mondo ecclesiastico. Questa musica popolare era cantata dai saltimbanchi, probabilmente discendenti dagli istrioni del mondo latino.

Per la prima volta nella storia della musica, il latino inizia diventare la lingua principalmente utilizzata per la canzone. Un esempio sono i Carmina Burana, una raccolta di canti goliardici nei quali il latino viene già mescolato con elementi delle nascenti lingue volgari. E’ proprio in questo contesto che nacquero le canzoni profane e totalmente scritte in lingua volgare. Ne sono un esempio quelle nate nella Francia settentrionale in lingua d’ oil e cantate dai trovieri.

Il tema principale non era più la divinità e la sua adorazione bensì la donna. La canzone esprimeva omaggio cavalleresco alla donna, aldilà dei modi cortesi dell’epoca. Esse venivano diffuse dal saltimbanco, dal giullare o dal menestrello che tipicamente si accompagnavano con strumenti a corde come la cetra.

Un misto invece fra carattere laico e religioso erano le laude. Le laudi sono canzoni religiose cantate in volgare diffuse in Italia tra le masse popolari grazie alla poesia dei trovatori, il Francescanesimo e i movimenti flagellanti. Verso la fine del medioevo nasce poi il primo tipo di musica polifonica di cui abbiamo esempi sotto forma di contrappunti, ballate e madrigali.

4 – Musica Rinascimentale

Quando si parla di Rinascimento si intende il periodo storico compreso tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo. Questo fu veramente un periodo felice per l’arte musicale. Nel 500 infatti le arti e le scienze ebbero un vero periodo di rinascita e rinnovamento. La musica profana, con L’ars Nova, aveva finalmente raggiunto una propria dignità liberandosi da uno stato di soggezione nei confronti della musica religiosa. Fu proprio in questo periodo storico infatti che si sviluppò la polifonia vocale.

L’Italia stessa nel Rinascimento su al centro di grandi rinnovamenti in merito alla storia della Musica. I musicisti, infatti, si muovevano da una chiesa all’altra, da una corte all’altra, e portavano con sè idee, fantasie e motivi musicali. In diverse città si svilupparono dei veri e propri centri di attività musicale.

Come veniva espressa la musica? Non esistevano vere e proprie canzoni come oggi le intendiamo. Le forme musicali più diffuse erano due: il madrigale e la frottola.

5 – Musica Barocca

Il tardo Rinascimento dà origine alla cosiddetta musica barocca. In realtà il Barocco non è un vero e proprio stile musicale, bensì un’epoca storica che si estende dal 1600 al 1750 circa. In questo periodo si sono sviluppate tendenze musicali diverse che in gergo vengono definite barocche. Ma solo per collocarle nel loro periodo di sviluppo.

Firenze, Roma, Venezia e Napoli furono le città italiane  più importanti per la musica durante questo periodo. All’epoca del Barocco si deve in particolare la nascita del melodramma, una rappresentazione teatrale in cui i personaggi non parlano, ma cantano accompagnati da strumenti musicali.

Il melodramma nasce a Firenze da un gruppo di intellettuali, la cosiddetta Camerata fiorentina. Queste persone erano solite riunirsi presso la dimora del conte De Bardi. Il melodramma è inizialmente conosciuto come recitar cantando.

Venezia invece è importante per la nascita del teatro. Il primo venne inaugurato nel 1637, il San Cassiano. E’ così che si passa dal teatro privato a quello pubblico a pagamento.

Uno dei più importanti musicisti di questo periodo fu Claudio Monteverdi, autore di numerosi madrigali ed opere (OrfeoAriannaIl ritorno di Ulisse in patria e L’incoronazione di Poppea).

La scuola napoletana nasce e si sviluppa grazie ai conservatori della città, nei quali si formano molti grandi compositori e strumentisti. Si iniziano a distinguere due tipologie di melodramma: serio e buffo. Fra i grandi compositori dell’epoca ci sono Giovanni Pergolesi, Nicolò Piccini, Giovanni Paisiello, Domenico Cimarosa, Alessandro Scarlatti.

Nel Seicento si sviluppa non solo il teatro ma anche la musica strumentale nelle sue diverse forme.

Il concerto grosso: in cui il concertino si contrappone al resto dell’orchestra;

Il concerto solista: un singolo strumento “dialoga” con il resto dell’orchestra;

La fuga: una forma strumentale contappuntistica – imitativa prevalentemente per strumenti a tastiera;

La suite: una serie di danze strumentali

L’oratorio: una specie di melodramma religioso senza apporto scenico. Le parti narrative venivano affidate ad uno “storico”.

Vivaldi , Haendel, Bach, sono solo alcuni dei grandi compositori che hanno lasciato la loro impronta in questo periodo storico. Un vero e proprio preludio alla storia della musica classica come oggi la conosciamo.

6 – Musica Classica

Nella storia della musica, la musica classica o periodo classico o ancora epoca classica é la musica composta nel periodo di classicismo musicale dalla seconda metá del Settecento, fino agli anni immediatamente successivi al Congresso di Vienna.

Con il termine musica classica, si intende anche il genere musicale che comprende diverse correnti musicali classica. Per estensione si puó dire che il genere di musica classica comprende la musica colta, sacra e profana, composta o avente radici nel contesto della cultura occidentale a partire dall’XI secolo fino ad oggi.

Secondo il compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein, la musica classica sarebbe la musica esatta, in quanto è scritta esattamente come dev’essere eseguita.

Cos’è quindi la musica classica? Prima di tutto è una definizione del mercato che dopo l’invenzione dei supporti musicali ha avuto bisogno di definire i generi musicali per indirizzare gli ascoltatori al consumo di dischi. Nell’immaginario collettivo invece è un genere di opere antiche suonate da orchestre o ensemble orchestrali che appartengono ad un passato più o meno lontano. Se guardiamo al linguaggio musicale invece la musica classica è un insieme di forme e stili che a partire dal 1500 arrivano fino ai giorni nostri.

Il Classicismo è il periodo musicale che si estende dal 1750 al 1820. I principali esponenti del periodo sono Wolfgang Amadeus Mozart insieme a Franz Joseph Haydn. Segue Ludwig van Beethoven pianista e compositore più richiesto a Vienna. Durante il Romanticismo (1815-1910) l’ispirazione proviene dalla natura e dalla storia del proprio paese. Niccolò Paganini, Franz Schubert, Fryderyk Chopin, Robert Schumann, Franz Liszt, Johannes Brahms, George Bizet e Richard Strauss ne definiscono l’epoca di esplorazione continua.

7 – Musica Romantica

Nella prima metà dell’Ottocento si diffuse in Europa un nuovo movimento culturale: il Romanticismo. Questo prese il posto dell’Illuminismo, movimento in cui in cui la ragione era centrale e si esaltava il libero pensiero. Il pensiero del Romanticismo cambia a seconda delle nazioni in cui si sviluppa, e più che come un modo di vivere si manifesta come “un modo di sentire“.

Già questa definizione lascia intendere come le cose stessero cambiando radicalmente. Il sentire che prevale sulla ragione lascia libero sfogo ai sentimenti, alle emozioni e quindi a una musica passami il termine più “passionale” e meno ragionata.

I musicisti diventarono artisti liberi e cercavano di arricchirsi pubblicando le loro opere scritte su commissione. Non dovevano così sottostare agli ordini dei nobili divenendo così liberi di esprimere i loro sentimenti e il loro pensiero. Ma non avendo più nessuna protezione di nessun nobile molti musicisti finirono in miseria insieme alle loro famiglie. Nella seconda metà del secolo si diffuse un nuovo tipo di musica molto più ballabile e di tipo popolare che si praticava nei “caffè concerto”, dove si esibivano quasi sempre degli attori comici.

La musica strumentale italiana non ebbe molta importanza se non per il solo Nicolò Paganini che fu uno dei più grandi virtuosi di violino di tutti i tempi. L’inserimento del pianoforte come strumento principale cambiò radicalmente il modo di comporre musica perché, soprattutto in Germania numerosi compositori come Franz Liszt, Robert Shumann, Fran Schuber, iniziarono a comporre magnifiche opere per questo nuovo strumento. Il primo esponente romantico in Francia fu Hector Berlioz che poi fu seguita da Fryderik Chopin, polacco di nascita che però trascorse quasi tutta la sua vita a Parigi.

L’apice del romanticismo viene toccato dalla grandezza del compositore Richard Wagner autore di una nuova concezione di opera come combinazione di poesia, teatro, musica e arte (dramma musicale). La musica popolare diviene fondamentale nelle composizioni di Antonin Dvorak mentre Claude Debussy si focalizza su brani che evocano atmosfere e stati d’animo sognanti fino ai musicisti contemporanei che continuano a innovare il cosiddetto genere della classica.

8 – Musica Moderna

Il termine Musica Moderna, indica la musica colta composta nella prima metà del Novecento. A livello storico si colloca fra la musica Romantica e la musica contemporanea. Dunque non è difficile comprendere come in questo arco di tempo siano racchiusi compositori assai differenti fra loro. Questi sono Claude Debussy, Erik Satie, Leoš Janáček, il Gruppo dei SeiIgor’ Fëdorovič StravinskijBéla BartókGeorge EnescuRichard StraussMaurice Ravel, la Seconda scuola di Vienna e Jean Sibelius.

I precursori di questo movimento sono stati senza dubbio Wagner nella seconda metà del XIX secolo assieme a Brahms e Debussy. Ognuno di questi artisti, infatti , ha apportato delle novità nelle composizioni che hanno fatto Storia. Il primo si distingue per la complessità armonica delle sue opere, il secondo per la ricchezza formale, mentre il terzo per le nuove concezioni armoniche, melodiche e ritmiche.

A continuare il discorso di Wagner e Brahms sono Gustav Mahler e Richard Strauss. In questo modo si viene a formare una linea di continuità fra il Romanticismo tedesco e la Seconda scuola di Vienna. I suoi esponenti di maggior spicco sono: Arnold Schonberg e i suoi allievi Alban Berg e Anton Webern. A questa scuola si attribuiscono l’introduzione di elementi stilistici di notevole importanza quali l’atonalità e la dodecafonia.

Parallelamente alla riflessione in atto nel mondo tedesco sull’armonia ed il sistema tonale, in Italia, in Francia ed in America si sviluppano nuove tendenze. Il pensiero futurista si insinua sempre più nelle esperienze musicali dell’epoca, portando cambiamenti e riflessioni. Fondamentale sarà l’influenza di Igor’ Stravinskij e Béla Bartók sulle nuove generazioni, sia per le concezioni rivoluzionarie del ritmo esibite nella La sagra della primavera del primo, sia per l’acquisizione del patrimonio musicale popolare alla musica colta nell’intera produzione del secondo.

9 – Musica Contemporanea

Nella storia della musica, la musica classica contemporanea, o più semplicemente musica contemporanea, è la musica composta dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi. Può essere considerato come un genere di musica colta, a sua volta suddiviso in diversi sottogeneri e correnti che si sono sviluppati a partire dagli anni ’40 fino ai giorni nostri, alla ricerca di vie al di fuori del sistema tonale in uso in Occidente dal XVII secolo.

Affonda le sue radici nella musica romantica, alla quale si contrappone, e nella musica moderna di inizio XX secolo (atonalità, dodecafonia, Seconda scuola di Vienna ecc.), della quale costituisce uno sviluppo.

Alla musica contemporanea sono dedicati numerosi festival specializzati, come il Festival di Musica Contemporanea di Donaueschingen, la stagione concertistica dell’Ensemble InterContemporain, il Festival di Aix-en-Provence, quello di Lucerna, la rassegna Wien Modern, il Festival Ultima di Oslo, il Festival di Musica Contemporanea di Huddersfield, il Festival musicale di Aspen, il Festival di Musica Contemporanea della Sydney Symphony, il Festival della Società Internazionale per la Musica Contemporanea (SIMC), la Biennale Musica di Venezia, il Festival della Musica Contemporanea Italiana di Forlì, le rassegne Milano Musica e Traiettorie di Parma, il Festival Pontino di Latina, il festival Tempo Reale di Firenze e il festival Nuovi Spazi Musicali originariamente di Roma, spostato recentemente ad Ascoli Piceno.

Storia della Musica – Conclusione

La storia della musica classica e moderna non parla solo di linguaggio musicale ma fornisce gli strumenti per capire l’evoluzione dell’uomo all’interno della società. Dalle forme primordiali dei rumori organizzati fino alle canzoni rap di oggi, i suoni non sono un semplice fenomeno di percezione ma fanno intimamente parte della natura umana dal punto di vista culturale, sociale ed economico.

La storia della musica prima che di generi musicali, tratta l’insieme di accadimenti che ogni periodo storico ha attraversato a livello di metodologie musicali, sensibilità, idee e progresso tecnologico. Da una concezione soprannaturale dei suoni fino alla consapevolezza estetica, note ed armonie scorrono parallele a nuovi strumenti e modalità di ascolto, fino all’attuale possibilità di usare computer e smartphone per produrre canzoni o ascoltare milioni di brani in streaming.

La Storia della Musica è un argomento ricco, vasto e affascinante. Ci sarebbe da discutere per giorni e giorni senza mai stancarsi di imparare. Perchè studiare la Storia della musica significa studiare le nostre origini e capire il mondo che ci circonda. Ma, per iniziare a conoscere qualcosa in più su questo argomento ed altro, ti invito calorosamente a leggere con la massima attenzione il mio libro sulla musica.

Chiudo con una citazione di Beethoven: “Dove le parole non arrivano.. la Musica parla” e ti auguro una buona permanenza su Strumenti Musicali Online.IT!

Elisa De Ieso

Elisa De Ieso

Blogger - Musicista

Appassionata di musica fin da bambina ho sempre cercato di farne un’attività a tempo pieno. Non era più così da molti anni, e giorno dopo giorno ho coltivato la mia passione come hobby e secondo lavoro. Ora, finalmente, la storia è cambiata. Posso dedicarmi alla musica ogni giorno, suonare, cantare e scrivere e non c’è niente di meglio che potrei chiedere in questo momento. Quindi il mio consiglio è: non trascurare mai il tuo istinto e le tue passioni perché sono il motore che ci muove e che rende meraviglioso il nostro tempo.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

AMAZON MUSIC

Banner sidebar amazon music

PDF sulla Musica

Scarica il PDF

Inserisci i tuoi dati per ricevere una copia gratuita comodamente tramite mail.

Ti sei registrato correttamente. Ti abbiamo inviato il PDF tramite mail! Se non lo trovi controlla nello spam.

Scarica il PDF!

Se ami la musica inserisci i tuoi dati qui sotto. Riceverai gratis una copia di questo PDF!

Ti abbiamo inviato una mail! Se non la trovi controlla nello spam!

Pin It on Pinterest